giovedì 17 dicembre 2015

"Qualcuno si vuole mostrare al di sopra, proprio per questo è peggio degli altri".



Certo, la Sicilia e noi siciliani avremo le nostre colpe, eppure, mi riesce sempre piu difficile  ragionare esclusivamente in termini di colpa, troppo semplicistico, si individuano i “colpevoli” e le “vittime” e si resta paghi di questa situazione che non risolve proprio nulla, anzi lascia tutto com’è di gattopardiana memoria, ed è così che nell’immobilismo autodenigratorio è facile essere additati, giudicati da chi in realtà se ne lava le mani.
Foto di Giovanni Isolino - L'Etna visto da Taormina
Insomma, credo che dire “è tutta colpa nostra” non risolve nulla, anzi a ben vedere mi pare che alla fine sia controproducente, e se mi permettete anche un po ipocrita, perché ho l’impressione che con questo modo di fare si scelga la soluzione piu semplice, che è quella che ci fa stare in pace con noi stessi, magari autoaccusandoci masochisticamente di essere gli unici responsabili, dimenticando che l’unica responsabilità che abbiamo è quella di aver votato chi ci governa, ma anche qui qualche dubbio rimane, nel senso che ci “costringono” a votare nomi o persone che spesso non hanno nulla a che vedere nemmeno col territorio, calati dall’alto dai partiti e partitini, costringendoci a turarci il naso e votare il meno peggio, già il meno peggio, come dire “mutu e bozza”.

Tutto ciò c’è chi lo accetta, magari inconsapevolmente, ma una  buona parte no, difatti al voto ci và solo il 40/50% degli aventi diritto.

Così quando sento dire “Sicilia vergognati”, in un contesto del genere, mi sembra riduttivo, e del tutto inutile, ci si lancia in mea culpa e ci si batte il petto, ipocritamente aggiungo, in quanto per chiudere le questioni complesse diventa piu facile urlare anatemi su di noi e continuare col darci frustate da soli.
Invece del coraggio, di chi resta in questa terra nonostante i servizi languono, le tasse ci strangolano, la mafia ci stà col fiato sul collo, e dove la voglia ed il desiderio di “normalità” sono diventati un concetto astratto, bè di tutto questo nessuno ne parla, nessuno spreca una parola.

In definitiva i nostri amministratori-governanti lavorano alacremente per complicarci e renderci difficile la vita a noi cittadini, almeno questa è la mia sensazione, non dimenticando però parimenti, di avere una certa indulgenza per chi, tra di “loro”, ruba, corrompe, manipola, ed usa il “potere” secondo bisogno.


In realtà ciò che manca è la fiducia, in un momento particolare come quello che stiamo vivendo con una crisi che a me non sembra solo ”economica” mancano i punti di riferimento, è come camminare per strada e continuamente guardarsi le spalle.


sabato 29 agosto 2015

Anime e Corpi

In questi giorni non abbiamo potuto fare a meno, e credo che molti di noi lo avrebbero fatto, di leggere, sentire, e vedere, notizie ed immagini che definire raccapriccianti non renderebbe giustizia a quei corpi, a quegli uomini, a quelle donne a quei bambini, annegati, a faccia in giu in balia delle onde del mare... corpi straziati da quello stesso mare dove in questi giorni molti di noi cercano refrigerio dal caldo; ed ancora, corpi rinchiusi nelle stive dei barconi, schiacciati uno contro l’altro, e di nuovo, uomini donne e bambini come animali da portare al macello, uccisi dallo sfinimento, dalla paura, dalla mancanza di acqua e cibo, dalle esalazioni della benzina dei motori; corpi, rinchiusi nei cassoni dei camion che li trasportano da un posto all'altro di questa “civile e solidale” €uropa, corpi ammassati, morti per asfissia, senza poter scappare, liberarsi, chiedere aiuto, corpi ammassati uno sull'altro nell’ultimo, disperato gesto di trovare una via di fuga, che non c’è…

Un filo sottile, quasi trasparente, come una ragnatela legava tutti quei corpi, la speranza, quella che gli ha fatto decidere di iniziare quel tragico ignobile e pauroso viaggio, unica alternativa alla fame, alla guerra, alla violenza, alla colonizzazione ed alla schiavitù del nuovo millennio, che si è trasformata per molti di loro, in una immensa ragnatela che li ha intrattenuti tra i suoi fili fatti di promesse, di illusioni di una vita migliore, mentre venivano sottoposti alla mercificazione delle loro anime e dei loro corpi; i nuovi schiavisti conoscono bene i loro sogni e le loro speranze e continuano a tessere le loro tele, e che hanno fatto di quei sogni e di quelle speranze la loro nuova fonte di guadagno, sotto gli occhi di tutti, 

Il mercimonio di anime, lo svilimento della dignità umana, l’ipocrisia, la violenza, il sopruso dei piu forti sui piu deboli, lo si può vedere ed osservare tutti i giorni nell'infame tentativo di spegnere l’anima delle persone, in tutti i modi possibili e perpetuabili, adottando qualsiasi metodo che possa renderlo “accettabile”, l’indignazione è degenerata diventando essa stessa quasi banale, formale, ci si accontenta di farlo urlando, o scrivendone sui social, ma dura il tempo breve di uno sternuto, domani vi è già qualcos'altro per cui indignarsi, domani ci saranno nuovi corpi di vittime, nuove morti, per una guerra, per la crisi, per l’indifferenza del mondo; l’indignazione, quella vera, dovrebbe farci esplodere in petto, la rabbia ed il dolore, l’impotenza e la frustrazione che ne deriva, questi sentimenti dovrebbero prendere il sopravvento, e non limitarsi solo a smuovere le “coscienze” ma darfli una rappresentazione "fisica", sottoforma di protesta continua, non dobbiamo e non si può più  accettare tutto questo, lo dobbiamo a quei corpi, lo dobbiamo a noi stessi, come esseri umani….

Siamo ostaggi di un ingranaggio che ci vuole tutti allineati, produttivi, omologati in quella grande catena di montaggio sociale che i padroni, i servi del "dio denaro", hanno costruito e preparato per noi, anche nei sentimenti, nell'indignazione, nell'accettazione, tutto calcolato tutto parte di un piano più grande di quanto riusciamo ad immaginare; come quei corpi, alla fine diventano solo un “piccolo” prezzo da pagare a questo ignobile meccanismo, una piccola rotella dell’ingranaggio che si è rotta e che va sostituita. Un meccanismo in cui tutto sembra accuratamente congegnato e costruito con un unico e solo scopo, spegnere le nostre anime, spegnere le anime degli uomini. 

sabato 25 luglio 2015

Piccolo spazio…. Pubblicità


Non so se avete presente uno di quegli spot pubblicitari in cui con musiche, immagini ed attori molto affascinanti, ci invitano all’acquisto di una nuovo modello di automobile, devo dire peraltro molto credibili, ciò che attrae da subito sono le condizioni fantasmagoricamente facili con cui potremmo farlo, con cui potremmo diventare i felici “proprietari” del nuovo modello di auto super accessoriato e luccicante, attratti dalla scritta che lampeggia in sovrimpressione per tutta la durata dello spot, che con grande enfasi ci informa che il nuovo modello potrà essere nostro con la modica cifra di 85,00 € al mese…

Così capita che allettati dalla modica cifra con cui potremmo entrare in possesso del nostro nuovo giocattolino si faccia un salto in concessionaria, ed è lì che cadono tutte le nostre “sicurezze”, si infrangono i modesti sogni di conquista, quando il venditore di turno, brutalmente e senza nessuna considerazione ci mette davanti la cruda e nuda realtà, si la rata mensile è proprio quella che abbiamo visto campeggiare nello spot, a lettere cubitali, splendente ammiccante e straordinariamente “accessibile” ma…

Il solerte venditore ti informa subito che a fronte di un così piccolo impegno economico bisogna: versare un acconto di 8500,00 €, poi scatteranno le 79 rate da 85,00 € al mese, alla fine ci sarà una maxi rata da 15600,00 €, una fellatio e la cessione di un rene concluderanno il contratto, non proprio quello che ti aspettavi insomma, la delusione diventa pari solo all’illusione con la quale speravi di entrare in possesso del nuovo giocattolo a quelle incredibili condizioni.
Ecco questa potrebbe essere una “metafora” su come nascono certi rapporti tra persone, sulle aspettative che ognuno pone sull’altro, magari “ingannati” dall’ammiccamento, dalle belle parole, dai sorrisi che nascondono altro e che poi inevitabilmente si pagano, non in moneta ma in delusione, rabbia, malessere dell’anima.

Infatti accade di pensare che una persona sia in un certo modo e che di conseguenza si comporti come noi pensiamo per poi scoprire che questa è solo una nostra credenza, una nostra “proiezione”, ed anche le prove che crediamo di avere, la scritta che ancora lampeggia invitante nella nostra mente, in realtà è solo un'altra nostra credenza filtrata, manipolata da noi stessi inconsapevolmente solo per permetterci di confermare quanto avevamo creduto, ma attenzione perché nel caso dello spot tutto si risolve in un paio d’ore, giusto il tempo di andare in concessionaria e scoprire le “reali” condizioni di vendita…

Nei rapporti interpersonali no, non è così semplice, e spesso passa molto tempo prima di scoprire l’arcano, con l’aggravante che ciò in cui credavamo si è radicato dentro noi, abbiamo dato fiducia, abbiamo mostrato interesse e spesso investito in “sentimenti”, e questa volta non si tratterà di “rinunciare” ad un nuovo giocattolo.

domenica 21 giugno 2015

Un governo….. “bipolare”


Dal dizionario Treccani, bipolare, disturbo - “Disturbo psichico, precedentemente chiamato psicosi maniaco-depressiva, caratterizzato da alterazioni cicliche dell’umore, talora intervallate da periodi asintomatici. Una volta che il disturbo si è instaurato, gli episodi di entrambe le polarità tendono a presentare ricorrenze, sia spontanee, sia in relazione a vari stress psicologici e ai ritmi biologici”.

Alessandro Maiorano è un dipendente del Comune di Firenze, sarebbe dovuto comparire il 15 giugno scorso davanti il Tribunale di Firenze per rispondere dell’accusa di diffamazione ai danni di Matteo Renzi, ma per la seconda volta il processo è stato rinviato al 21 marzo 2016, dopo un altro rinvio avvenuto il 7 luglio 2014. Il tutto ha origine da una querela presentata da Renzi contro Maiorano, nel momento in cui quest’ultimo ha fatto dichiarazioni su vari quotidiani sostenendo che Renzi, come presidente della Provincia di Firenze avrebbe sperperato qualcosa come 31 milioni di €uro, non mi soffermo sui dettagli, sono piu che noti, e nel caso voleste saperli basterà fare una semplice ricerca, il risultato non sarà per stomaci deboli, comunque si parla di finanziamenti poco chiari, fondazioni, ma anche di escort che avrebbero frequentato Palazzo Vecchio quando Renzi era sindaco, mi ricorda qualcosa, ma anche la questione della casa pagata da Carrai, e per finire soldi che avrebbe preso dall’ex segretario amministrativo della Margherita, per tutti questi fatti ed altro Maiorano ha presentato denuncia alle sedi competenti nel 2014. Premesso che tutte queste cose devono o dovrebbero essere accertate dall’autorità competente, premesso che fino a prova contraria Renzi non è colpevole di nulla mi rimangono solo due domande, la prima è come mai Renzi non abbia sentito il “dovere” di presentarsi alla prima udienza del luglio 2014 e non si sia costituito nemmeno come parte civile? Come mai lui che fa un gran parlare di morale, lotta alla corruzione, etc. etc. non si difende da queste accuse? Piccolo particolare, oggi, Renzi, è il Presidente del Consiglio dei Ministri….
 
Commissariamento “Dal latino commissus ("a cui si affida"), indica il provvedimento con cui, in un ente, viene sospesa l'autorità degli organi direttivi, sostituiti da un commissario, nominato a seguito dello scioglimento del consiglio comunale o provinciale con lo stesso decreto di scioglimento, adottato dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministro dell'interno, in esito ad una procedura avviata dal prefetto competente per territorio. Peraltro, iniziata la procedura ed in attesa del decreto di scioglimento, il prefetto, per motivi di grave e urgente necessità, può sospendere, per un periodo comunque non superiore a novanta giorni, il consiglio e nominare un commissario per la provvisoria amministrazione dell'ente.

sabato 6 giugno 2015

In riva al mare...

Il cielo grigio e l’odore della pioggia nell’aria, piccole onde increspate che si infrangono sulla battigia, un vento inconsueto, brividi sulla pelle e voglia di coprirsi, forse i brividi non sono solo un effetto del tempo, ho come la sensazione che vengano da dentro, appoggio la schiena alla panchina e mi abbandono alla vista del mare...



I pensieri non riposano, sono sempre lì che scalpitano, che si inseguono, come messaggi in certi tabelloni pubblicitari, senza sosta, solo piccoli intervalli, attimi, un breve lampeggiare poi tutto torna a scorrere…


Pensavo, che spesso, se non si è in linea con il comune pensare, o ci si allontana un po’ dal così fan tutti, si corre il rischio di sentirsi “isolati”, una cosa in particolare mi fa riflettere e cioè che molti non ascoltano veramente, spesso si accontentano di sentire solamente, e così ci si ritrova in situazioni e con persone che non hanno niente da dire, ma parlano, parlano, parlano continuamente, argomentano su cose che sconoscono seguendo solo e soltanto i propri pensieri, non si curano minimamente del proprio interlocutore, troppo presi da quello che devono dire, ma non si curano nemmeno di metterli in ordine quei pensieri, per dargli forma, per dargli sostanza, no il tutto avviene senza sosta, senza intervalli... 

Spesso per essere ascoltati bisogna far silenzio.

sabato 23 maggio 2015

Soddi spicci nnai….!!?? (Hai moneta spicciola)


Permettetemi di emettere e gestire la moneta di una nazione, e me ne infischierò di chi ne fà le leggi. (M. A. Rothschild)

Camminavo tranquillamente per strada, l’appuntamento a cui mi recavo era in centro, ad un certo punto mi si avvicina una persona e con fare disinvolto mi dice “soddi spicci nnai, pi fauri”, traduco in italiano, “hai moneta spicciola, per favore”, un rapido sguardo mi fece capire che era uno dei, purtroppo, tanti questuanti che vagano nelle nostre città, per le nostre vie, spesso non visti, molto piu spesso evitati, il primo impulso è stato quello di entrare le mani nelle tasche per cercare qualche “spicciolo”, ne uscì fuori una moneta da 2 €uro, un leggero sorriso attraversò il volto della persona, ma non ci badai, lasciai cadere nelle sue mani l’obolo ricevendo in cambio sorrisi ringraziamenti e benedizioni varie, risposi anch’io con un sorriso ed un certo disagio di fronte a tanta “riconoscenza”, continuai il mio cammino e poco dopo mi venne in mente che quella appena donata non era proprio una moneta “spicciola”, mi spiego, quando avevamo le lire per moneta spicciola si intendevano 50, 100, 200 lire, che tutto sommato avevano un valore intrinseco che ci permetteva di considerarla moneta spicciola, questa riflessione  mise in moto parecchi altri pensieri. Il tragitto che dovevo coprire era abbastanza lungo, la giornata calda e soleggiata, si prestava alla riflessione seppur ogni tanto lo sguardo era rapito dalla freschezza e dalla bellezza delle donne che la primavera aveva spogliato di tutti quegli indumenti pesanti e rivestite della loro femminilità e sensualità, sto divagando…mi venne in mente che avevo dato 2 €uro a quella persona, che, se li dovessi rapportare al valore in lire otterrei che ho donato quasi 4.000 lire, minchia, mi scappò tra me e me, ma ai tempi della lira, mi sono chiesto, avrei dato 4mila lire ad un questuante per strada? La domanda mi fece sentire in imbarazzo ed un po’ in colpa ad essere sincero, ma superata questa fase, il punto interrogativo rimaneva lì, presente, e si illuminava in modo intermittente con un certo rumore di sottofondo, come certi neon esausti di certe insegne, che non si spengono mai del tutto, continuano a funzionare brevemente ad intermittenza e con un leggero ronzio, in attesa che qualcuno lo sostituisca…


Lo zio Mimmo mi aspettava davanti la banca, arrivai con  leggero ritardo, i pensieri e la giornata primaverile mi avevano rallentato il passo, ma, avevano approfondito la riflessione. Lo zio era un omone di 75 anni, mentalmente e fisicamente autonomo, occhio sveglio e sguardo fino, ben curato esteticamente, pelle scura sembrava fosse perennemente abbronzato, come certi pescatori che vivono la loro vita in simbiosi con il mare, il suo credo era semplice, onore, rispetto, famiglia, figlio dell’epoca fascista, nipote del pentapartito, aveva attraversato un epoca di cui oramai rimaneva solo un eco, ma aveva ben chiaro un concetto, secondo lui con l’€uro questo paese si avviava alla deriva, e, che quelli che c’erano prima non avrebbero mai permesso che questo paese rischiasse di diventare una “colonia” della Germania per la seconda volta in poco piu di un cinquantennio, soleva dire che laddove Hitler non riuscì con i carri armati, questi tedeschi di oggi ci stavano riuscendo con i soldi, e, a parte la “semplicità” di pensiero ero d’accordo su questa sua visione. Era consapevole che la società cambi, si evolva, ma per lui questa non era evoluzione ma involuzione, e ripeteva, che se con Mussolini il nemico era riconoscibile e proprio per questo attaccabile,  oggi il “nemico” non si riusciva piu a distinguerlo, o almeno lui non lo capiva, ma aveva la percezione che qualcosa non andava…

In banca la signorina ci accolse con un sorriso a tutto spiano, ci fece accomodare e ci mostrò nel dettaglio i documenti che avevamo richiesto, non prima di averci chiesto piu e piu volte se non fosse il caso di ripensarci, e, di non chiudere il conto corrente, lo zio ebbe modo di non smentirsi ancora una volta, il suo rifiuto all’ennesima proposta era un secco, no grazie, in modo fermo deciso ed autorevole, ma rispettoso allo stesso tempo, niente commenti, niente spiegazioni, niente tentennamenti, era il suo conto i suoi soldi e non doveva spiegazioni a nessuno, amavo e rispettavo quest’uomo, che non tradiva mai se stesso…

Usciti dalla banca, ci ritrovammo nella piazza, piena di alberi, con i chioschetti e i tavolini all’aperto, decidemmo di sederci e bere qualcosa, lo zio ordinò un classico, una limonata al sale mentre io mi tuffai in un succo d’ananas, sperando che bruciasse qualche chilo che l’inverno aveva depositato sui miei fianchi. La domanda arrivò senza preavviso, posò il suo bicchiere alzò lo sguardo su di me e fissandomi da sotto gli occhiali, come fosse la domanda piu semplice del modo mi chiese “Pippo ma secondo te questa crisi perché sembra non finire, e come mai non ci sono piu soldi in giro” ed ancora “ma perché non stampano piu soldi considerato che l’economia è ferma”. Le domande mi spiazzarono, dapprima mi venne in mente l’incontro della mattina, poi lo guardai come se a farmi la domanda fosse stato un “pazzo”, e dal modo in cui lui mi guardò credo si sia accorto di questo mio pensiero, infatti, subito dopo aggiunse, “no Pippo, non sono uscito pazzo, ma vorrei capire”… Invece quello che capii io era che la chiacchierata sarebbe stata lunga, come sempre d’altronde accadeva con lui, non era persona che si accontentava di risposte banali, scontate o formali, aveva ancora uno spirito indomito e la curiosità di un bambino, e qualunque argomento si toccasse lo affrontava senza il timore di sentirsi “ignorante” o poco preparato, anzi lui chiedeva e chiedeva ancora, la sua fame di conoscenza non sembrava mai sazia…


Ma torniamo alle domande… Allora zio, oggi esiste una grande banca centrale europea la BCE che è anche l’unica banca che puo autorizzare l’emissione di banconote, in cambio, il paese di turno per riceverle emette dei titoli di debito, “aspetta Pippo o ziu cosa sono questi titoli di debito” zio hai presente le cambiali di una volta, “ certo, ho comprato la mia prima 500 con le cambiali”, ecco, diciamo che sono la stessa cosa, cioè il nostro paese chiede soldi a questa banca che a sua volta glieli dà ma in cambio vuole garanzie che sarebbero i titoli, bene questi titoli la Bce non se li tiene nel cassetto ma li vende in apposite aste, questi titoli matureranno interessi che pagherà il paese che li ha emessi, l’interesse in questo caso andrà a sommarsi al debito del paese facendolo crescere sempre di più. “Scusa mi stai dicendo che l’Italia se vuole soldi per costruire un ospedale deve chiedere i soldi a questi della Bce, che facendolo riceverà un interesse, e che i titoli dati in garanzia matureranno altri interessi che dovremmo pagare sempre noi”? Si zio, proprio così, “minchia, a me sembra piu una cosa da usurai”… la sua straordinaria semplicità nel capire, avvolta nella schiettezza del commento, di chi, le cose le recepisce subito, al volo…

“Ma scusa questa Bce i soldi dove li prende”, vedi zio, la moneta, oggi, non è più legata all’oro, dunque non ha valore intrinseco, è dato che la maggior parte di questa moneta è virtuale, cioè sono solo “cifre” scritte sui computer che non costano nulla ai banchieri, infatti, basta addebitarle al paese di turno, sempre tramite computer, e, il paese in cambio emetterà i titoli di debito, ed il gioco è fatto; il punto è che i pezzetti di carta, chiamate monete, vengono prestati ai paesi richiedenti per il loro valore nominale, cioè quello stampato sui soldi, per cui loro stampano soldi con costi bassissimi ma li vendono al prezzo stampato sulle monete, capisci che il profitto è enorme, “ho capito ho capito, allora è per questo che ci obbligano a pagare con il bancomat, con le carte, con gli assegni i bonifici, e dobbiamo pagare pure le spese usando questi strumenti, insomma va, ma sti soldi quanto li paghiamo” assai zio, assai…

Ora zio se vuoi cerco di spiegarti perché questa crisi sembra non finire mai, “si o ziu, va bene, aspetta però che gli telefono a tua zia Sarina, gli dico che sono ancora con te e che ritardo un pochino, lo sai com’è tua zia, ha 76 anni ed è sempre gelosa ed appiccicosa come quando ne aveva 20, ma che ci devo fare, sono 55 anni che siamo assieme… senti che dici vieni a casa con me a pranzo, la zia sta preparando spaghetti col sugo della spatola, involtini di spatola, una bella insalata e mentre torniamo a casa ci fermiamo in pasticceria e compriamo un dolce” no zio grazie davvero, ma devo tornare in studio e poi non voglio mangiare così sono a dieta, “ma quali dieta e dieta, ma finiscila per favore, ma perché che sei grosso? Mi sembra che stai scomparendo” la telefonata con la zia si concluse con l’aggiunta di un posto in piu a tavola, il mio, lo sapevo che la chiacchierata sarebbe stata lunga…ma non mi dispiaceva.

Decidemmo di avviarci a casa a piedi, anche lui ama camminare, non vuole piu guidare, pur avendo la macchina, e, a malapena qualche volta usa i servizi pubblici, anche se dice che si scoccia aspettare, che i mezzi non sono puntuali, e che sono anche troppo rumorosi e sporchi, “eh ma una volta le cose funzionavano o ziu, eccome se funzionavano” questo intercalare lo riconoscevo, era come un marchio di fabbrica, lo avevo sentito dai miei nonni prima di lui, ed ogni volta la domanda che mi facevo era sempre la stessa, ma perché prima le cose funzionavano ed oggi no, che dovrebbe essere anche piu facile farle funzionare…chiamai lo studio ed avvisai Rosy che il pomeriggio avrei ritardato, le chiesi di posticipare un appuntamento, beccandomi le sue reprimende, e senza mancare di infierire mi fece notare che era la terza volta che rimandavo quell’appuntamento, ma io sapevo che lei avrebbe trovato il modo e la “giustificazione” per il mio ritardo. Lasciammo il viale centrale cittadino, preferendo una via parallela, che offriva piu riparo, dall’afa che cominciava a farsi sentire, ma anche per passare dalla pasticceria e comprare il dolce. La pasticceria Irrera era la sua preferita, ma anche una "istituzione", diceva che lavoravano ancora alla vecchia maniera, in modo artigianale, e poi erano educati e puliti, e che aveva fatto la storia della città, dopo i saluti e lo scambio di battute affettuose con uno dei proprietari uscimmo dalla pasticceria con quattro cannoli, due al cioccolato e due alla ricotta, un classico di cui già pregustavo il sapore, e nello stesso tempo pensavo alla mia dieta, che si sarebbe presa un giorno di riposo.


In breve ci ritrovammo alla fine del viale, che era delimitato da una Villa con parco, alberi e panchine, lo zio mi chiese di fare una sosta, e continuare la nostra discussione, tra bambini che giocavano e urlavano sotto lo sguardo vigile delle mamme, persone che passeggiavano con i loro cani, ed altri che correvano lungo le vie della villa con cuffiette alle orecchie e stanchezza stampata sui volti sudati… “Pippo senti ma allora noi come Stato non possiamo piu stampare moneta”, si zio, le cose stanno così, e questo, in parte è legato alla crisi che stiamo vivendo o subendo, quest’ultima variazione è dovuta a seconda, da chi la racconta, mi spiego meglio, “si o ziu, però piano piano, sai io ho la terza elementare e 75 anni, devi avere pazienza con me”, anche questo lo ripeteva spesso, era vero, ma lui usava questa cosa, come monito, cioè, ho 75 anni ho studiato poco ma non sono stupido, e no, non lo era affatto…  dunque, dicevo, se la banca centrale cioè la Bce, ricordi te ne ho parlato prima, “certo che ricordo, ancora non sono rimbambito”, può fare tutto ciò che ti ho detto prima, è perchè si sono impossessati della proprietà della nostra moneta, in pratica con uno stratagemma noi Stato abbiamo rinunciato alla nostra sovranità monetaria, significa che abbiamo demandato ad altri la proprietà della moneta, e questa è la verità che sta dietro a questa crisi, cioè avendo loro la proprietà della moneta, possono gestire i flussi di denaro che entrano ed  escono nel nostro paese, così accade che se si emette poca moneta, si crea una crisi, mentre se ne emetti troppa, si crea l’inflazione. Ma così facendo il ciclo economico di un paese è nelle mani di banche private, che come ben sai non lavorano a gratis, per loro il profitto viene prima di tutto, capisci bene, che quando un paese si rivolge a loro per chiedere soldi, loro, in cambio, potranno chiedere qualsiasi sacrificio a quel paese, perché stretto nella morsa dei debiti, ad esempio leggi e regole che li avvantaggino, la privatizzazione di beni e servizi pubblici, che fino ad allora lo Stato forniva ai suoi cittadini gratuitamente, o con piccole spese, ma anche cose piu inquietanti, come la svendita del patrimonio dello Stato, lo smantellamento della democraticità delle istituzioni, e di tutto questo chi se ne avvantaggia? “Minchia o ziu, ma questi sono peggio di Mussolini, altro che dittatura, certo che ho capito chi se ne avvantaggia, ti sembro scemo, ho la terza elementare, ma leggo e mi guardo Report, e i telegiornali, ma solo di Sky, sono quelle società, quelle cose, ditte, che hanno banche, fabbriche, negozi, i cosi come si chiamano… le multinazionali zio, ecco, quello volevo dire , mannaggia a me e quando non ho voluto finire la scuola”... Ancora una volta quest’uomo riusciva a sorprendermi, aveva una consapevolezza delle cose istantanea, ed una capacità di analisi non indifferente, guardai l’orologio… Zio ci incamminiamo, altrimenti si fa tardi “si, si, andiamo altrimenti chi la sente a tua zia, scommettiamo che tra un po telefona?” 


Opera di John Duncan Fergusson - Royan


Durante il tragitto notai che lo zio stava in silenzio, ogni tanto sembrava borbottasse qualcosa, ed alla mia domanda, zio che c’è? Lui rispondeva niente, niente, ma non era convinto, la telefonata della zia arrivò puntuale sul telefonino dello zio, poche parole e chiuse, ma la voce della zia la sentii anch’io, che chiedeva dove eravamo e che era tutto pronto. Raggiungemmo casa, finalmente, il caldo era diventato pesante, e la zia ci aspettava quasi sulla porta, la zia Sarina, 76 anni, una marea di rughe sul volto, che nascondevano quello che un tempo era stato un bel viso ed una bella donna, bellezza che ancora oggi era manifesta nello sguardo, ed in quegli occhi verdi come il mare dopo una burrasca, e che quando ti si posavano addosso sembrava ti leggessero dentro, capelli corti di un biondo adatto ad una signora della sua età, grembiule d’ordinanza, mi accolse come al solito con un lungo e affettuoso abbraccio, di quelli che dicono tutto, senza usare le parole, “forza andate a lavarvi le mani che è tutto pronto”… per le donne della mia famiglia i “loro” uomini, non sono mai “uomini” del tutto, ma i loro eterni “bambini”. Ci sedemmo a tavola, e prima di iniziare lo zio Mimmo, finalmente sbottò, il silenzio che ci aveva fatto compagnia, sino all’arrivo a casa, si ruppe in una domanda, “Pippo o ziu, ma se i soldi questi li creano così, e noi facciamo debiti già solo per averli in prestito, e dobbiamo pure pagare gli interessi, per far funzionare le cose nel paese, come ce ne usciamo da questa crisi? Ma allora è questo il debito pubblico?” la zia prese subito la parola prima che io potessi accennare una seppur minima risposta, “Mimmo che dici lo lasci stare a mio nipote, ora deve mangiare e si deve riposare, e pure tu, forza, buon appetito dopo avrete tempo per parlare, che qui si sta freddando tutto”, amavo la caparbietà, la risolutezza e il disincanto con cui lei mostrava il suo affetto, l’amore manifestato nelle piccole cose. 
La zia mi stava dando il tempo, inconsciamente, per riflettere su quanto mi aveva chiesto lo zio, anche se il mio pensiero era opportunamente distratto dagli spaghetti al sugo fumanti nel mio piatto, e l’odore inconfondibile degli involtini di spatola arrosto, la dieta era un lontano ricordo.

Il pranzo si concluse con un gustoso cannolo alla ricotta, seduti nel salottino,  accompagnato da un amaro del Capo servito dalla zia in piccoli bicchieri di vetro prelevati dalla vetrina, piccoli gesti, che mi facevano sentire voluto bene, sapevo il valore che loro davano a quello che potrebbe sembrare un cerimoniale d’altri tempi, i tempi in cui avere un “ospite” a casa era sempre un evento, ed un modo di mostrare il piacere di accoglierlo.

La zia si allontanò, era l’ora del caffè, lo zio non perse tempo e subito mi disse “Pippo o ziu allora questo debito pubblico”…allora zio abbiamo detto e discusso di sovranità monetaria ceduta, e della Bce che è l’unica banca  oggi autorizzata ad emettere e quindi stampare denaro, ci siamo fino a qui? “Pippo si o ziu, questo l’ho capito benissimo, ed ho l’impressione che tutto questo non ci faccia tanto bene, ma dimmi”… ad esempio supponiamo che la Bce decida di stampare piu soldi e quindi aumentare i soldi in circolazione in Italia inviando banconote da 50 €uro a tutti i cittadini, che sarebbero felicissimi di riceverli e comincerebbero a spenderli, magari comprando prodotti che prima non potevano permettersi, però zio, come spesso dici tu, e diceva anche la nonna, i soldi devono venire dal lavoro, perché i soldi non guadagnati non valgono niente, ”aspetta o ziu, non ho capito perché non dovrebbero valere niente i soldi che ci regalerebbe la Bce? ” ora te lo spiego, almeno ci provo, se la gente ha piu soldi spende di più “ è certo Pippo o ziu, questo lo so pure io, tua cugina ora che lavorano in due, si è comprata lo scooterone ed il cellulare nuovo, eh!” giusto zio, però i soldi di cui parliamo, come abbiamo detto, in questo caso sarebbero “regalati”, ricordi? “ certo da quelli della Bce” esatto, ciò vuol dire che la gente per avere questi soldi non ha lavorato di piu, e quindi i prodotti disponibili e la loro quantità non è aumentata, quindi se c’è piu gente che puo comprare piu telefonini, ma, il numero dei telefonini prodotti è sempre lo stesso, che succede? “Pippo o ziu, non dimenticarti che commerciante sono, da una vita, e tu lo sai, la nonna, mia madre, aveva la salumeria ai tempi della seconda guerra, che allora si chiamava salsamenteria, questa è la legge della domanda e dell’offerta, in questo caso il prezzo dei telefonini aumenta, eh!”… bravo zio, lo sapevo che eri attento, vedi non è difficile basta ragionarci, dunque a quel punto aumenterebbero i prezzi di tutti i beni di consumo, telefonini, giornali, il pane ed i gelati, ciò significherebbe che i “fabbricanti di soldi” hanno prodotto troppa moneta, e quando circola troppa moneta succede che la stessa perda di valore, ed i prezzi aumentano indipendentemente dal valore dei beni, questa è l’inflazione. “Mizzica o ziu, sei stato preciso, anzi mi ricordo che qualcosa del genere è successa negli anni settanta, quando c’è stata l’austerity” vero zio ricordi bene, quindi chi stampa i soldi deve fare attenzione a quanta moneta circola…


La zia Sarina ogni tanto si “affacciava” sul salottino, piu che altro per controllare se avessimo bisogno di qualcosa, un altro po di caffè, o se volevamo finire quell’altro mezzo cannolo al cioccolato che era rimasto, e che a tutti i costi mi voleva appioppare, i nostri discorsi per lei erano astrusi e poco interessanti, lei quando si toccavano certi argomenti diceva che “sono una masnada di ladri e falsi, che fanno i propri interessi, dei cittadini non gliene fregava nulla, tranne che durante le votazioni, solo allora si facevano vedere”, e concludeva con, “una volta non era così, una volta le cose funzionavano e ci si sentiva pure piu sicuri”… naturalmente parlava di chi ci governa.

Il mio cellulare vibrò per qualche minuto, era Rosi, dallo studio, che mi ricordava l’appuntamento del pomeriggio , ed anche se l’idea non era proprio quella di imbarcarmi in una nuova camminata fino allo studio, considerato il lauto pranzo accompagnato dal vinello dello zio e dall’amaro offerto dalla zia, mi alzai e dissi loro che dovevo andare, la zio disse subito “ aspetta o ziu, altri cinque minuti e te ne vai, almeno finiamo questo discorso”, mentre la zia subito lo bloccò, ”Mimmo lascia stare a mio nipote, il ragazzo deve lavorare, non è pensionato come a te che non hai niente da fare, Pippo a zia, lascialo stare, lo sai com’è lui” lo zio rispose subito, di rimando “ecco lo vedi come mi tratta dopo quasi 60anni che siamo insieme, ma io dico è giusto secondo te che dopo 45anni che lavoro non mi posso riposare un poco”…questi siparietti erano normali tra di loro, amavo queste persone con tutto me stesso, e li rispettavo, rappresentavano un passato che forse non esiste piu, ogni gesto, ogni parola, ogni atteggiamento era permeato d’amore, di quello con radici solide, dure da strappare.

Allora zio, in poche parole avevamo la sovranità monetaria che ci avrebbe permesso di decidere in completa autonomia quali e quanti investimenti produttivi per il paese potevamo e volevamo fare, potevamo creare moneta il cui debito era un dare avere tra lo Stato e la propria banca (pubblica), ed invece abbiamo svenduto tutto alle banche private ed a un ristretto numero di finanzieri, e adesso ci ritroviamo a chiedere soldi in prestito a quest’ultimi per poter sopravvivere, ed in piu gli dobbiamo pagare gli interessi ed essendo soldi prestati producono debito, “Minchia o ziu, vaia, ma che belle teste e fior di scienziati che ci governano, minchia ma sono furbi davvero, ma complimenti, minchia ma questi si meriterebbero di essere presi a calci in culo, altro che Mussolini, Stalin, e tutti gli altri, se non fosse che ho una certa età guarda, non lo so che farei…” non la finiva piu di inveire, era come se tutto d’un tratto si fosse scoperto “impotente” davanti a certe cose, forse ne piu ne meno di come mi sentivo io sapendole certe cose.

Zio ora devo andare, davvero, magari la prossima volta approfondiamo, “ah, c’è pure da approfondire, minchia mi sembra che “aggiunta è chiussai du rotulu” ma cose cose, come ci stanno prendendo in giro, e nessuno fa niente dice niente, eccerto oggi basta che sono tutti su stu cazzu di feisibucche!!!”… zio non te la prendere, vedrai che non gli permetteranno di continuare ancora per molto. Salutai lo zio ed abbracciai la zia, le raccomandazioni erano le solite, stai attento, baciaci i “picciriddi”, con richiesta di portaglieli al piu presto, e saluti a casa.




sabato 2 maggio 2015

L’Expo… la fiera delle vanità


“Quando sono innamorati, certi uomini, anche se vedono l'amo e la lenza e tutto l'apparecchio con cui saranno catturati, inghiottono egualmente l'esca”. (cit.)

Devo dire che ieri I° maggio ho vissuto una giornata, “emotivamente” parlando, strana, con repentini sbalzi d’umore, caratterizzati da un insolita tristezza pensando alla “festa dei lavoratori”, in un Paese, in cui la disoccupazione è al 13% e il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni si mantiene stabile al 36% (fonte dati Istat), i suicidi per problemi legati alle difficoltà economiche non fanno piu notizia, ed in cui una madre di 42anni “armata” di pistola giocattolo si presenta in banca per compiere una rapina, arrestata, e condotta in questura crollerà davanti ai poliziotti, che ancora una volta dovranno fare i conti con la disperazione di una donna che insieme al figlio non hanno una occupazione, non avevano di che mangiare da giorni, e quella che le sarà sembrata in quel momento l’unica soluzione, la trascinerà in un incubo ancora piu profondo… 

Ma ieri è stata anche l’inaugurazione dell’Expo 2015, il tema scelto dal nostro Paese è l'alimentazione e la nutrizione, una vetrina mondiale per mostrare una delle cose che sappiamo fare meglio, produrre cibo e cucinarlo, ma anche conoscere a nostra volta le realtà gastronomiche degli oltre 130 paesi partecipanti. Le prime immagini che ho avuto modo di vedere tramite i diversi social, ma anche tramite la bacheca di qualche amico, che ha pubblicato diverse foto dei vari padiglioni e aree dell’Expo essendo presente alla cerimonia di inaugurazione, bè, devo dire che mi sono sentito inaspettatamente “orgoglioso” alla vista di quanto è stato fatto, un po’ come quando ai campionati mondiali di calcio la squadra entra in campo e parte l’inno nazionale, un brivido sottile sulla schiena, e la speranza, mai sopita, che si, il nostro Paese potrebbe farcela, ma la partita è appena iniziata, ed i giocatori in campo non sembrano in gran forma…

Premesso che non sono un No Expo, ma come mio solito cerco di osservare le cose nella loro interezza, non lasciandomi affascinare troppo da ciò che è gradevole agli occhi, ma nemmeno far finta di non vedere i piccoli artifizi per nascondere ciò che agli occhi non si vorrebbe far vedere. Intanto un plauso a tutte le maestranze che con notevoli disagi, a loro non imputabili, hanno contenuto i “danni” sottoponendosi a turni di lavoro massacranti, ed un sentimento di gratitudine mi solleva, quando leggo che gli operai del padiglione del Nepal lasciano i lavori in corso per recarsi nel loro paese dopo il terribile terremoto verificatesi, terremoto che ad oggi conta oltre seimila vittime, e i nostri operai fanno di più, si organizzano e concludono il padiglione del Nepal, un senso di solidarietà di unione di sacrificio che non ha eguali, di nuovo affiora quel dignitoso orgoglio di essere Italiano…


Inizia la festa, politici, amministratori, rappresentanti delle istituzioni, imprenditori, volti nuovi e meno nuovi, sorridenti, si avvicendano alle telecamere, ognuno a proprio modo fautore di quello che “sarà un successo”, ognuno che avoca a sé la riuscita di questo evento, ma di cose che non vanno, di quelle cose che si tende a nascondere agli occhi di chi guarda, nessun accenno, giusto dirà qualcuno, non ne sono certo, di norma alla “prima” di una rappresentazione importante ed internazionale, si fanno anche le “critiche”…

L’Inno di Mameli, inno nazionale del nostro paese viene interpretato da un coro di bambini, la loro ingenuità e la loro dolcezza illumina il palco dove sono intenti ad esibirsi, giu i grandi, quelli che decideranno e decidono il loro futuro, insieme a quello di tutti noi, l’esibizione và avanti l’inno viene cantato, ma ad un certo punto le parole del testo originario vengono cambiate quello che era “siam pronti alla morte” diventa “siam pronti alla vita”, di colpo la tristezza prende il sopravvento, diventa dubbio, che si trasforma in delusione e rabbia, intendiamoci non mi scandalizzo certamente per una cosa del genere, ma mi chiedo è stato giusto? Davanti ad una platea internazionale cambiare l’inno con cui il nostro paese si identifica è una cosa normale? Quanti altri paesi lo avrebbero fatto? D’accordo quelle parole sulle bocche dei bambini potevano sembrare “inopportune” ma si sarebbe potuto spiegare il senso a quei bambini, invece la moglie del nostro Premier ha voluto cambiare quelle parole con l’assenso del marito, così oltre la legge elettorale, la modifica del senato, il jobs act, la Costituzione, cambia anche l’Inno nazionale su richiesta della sua consorte, deve averci preso gran gusto a “decidere” in autonomia, d’altronde “c’è chi può e chi non può, io può” diceva qualcuno di calcistica memoria…

mercoledì 29 aprile 2015

Il Governo e il mistero del “tesoretto” perduto…

Ricorderete che fino a qualche settimana fa si faceva un gran parlare, da parte del Governo, del famoso “tesoretto”,  brevemente, per chi fosse stato meno attento, si parla di ,  circa un miliardo e seicento milioni di €, per la precisione,  trovati tra le pieghe del DEF (Documento di Economia e Finanza che è il principale strumento della programmazione economico-finanziaria del nostro Paese, in quanto indica la strategia economica e di finanza pubblica nel medio termine) e che vista l’esiguità delle casse statali, avrebbe potuto in qualche modo portare un po’ di ossigeno in qualche comparto, vedi welfare, o esodati. Dicevo “avrebbe”, in quanto, dopo le prime esternazioni del Governo sul quando come e soprattutto a chi potevano essere indirizzate queste risorse, tutto d’un tratto la questione è sparita dalla scena, non ci è dato sapere da dove veniva fuori questo tesoretto, né a quanto ammontava veramente, ne al come impiegarlo, nulla, niente, non si hanno piu notizie, sparito, come un ectoplasma imprendibile, etereo…

“A pensar male degli altri si fa peccato ma spesso si indovina” (cit.) diceva un politico d’altri tempi, tutto questo can can intorno a questo fantomatico “tesoretto” mi ha portato a fare delle considerazioni, due in particolare che voglio condividere con voi, magari potrebbe consolarmi il fatto di non essere l’unico “peccatore” ….

La prima, questa “operazione” mi sa tanto di averla vissuta, nello specifico quando questo Governo enunciò, con la solita enfasi che lo contraddistingue, l’aumento in busta paga per una parte di lavoratori degli ormai “famosi” 80€uro, “regalia” che a dire dei nostri governanti avrebbe dato un input all’economia nei consumi, dimenticando, ma io direi omettendo di dire, che le somme elargite sarebbero state tassate alla fonte e per tanto non sarebbero state piu 80€uro ma qualcosa in meno, ma c’è di piu, le tasse da allora sono state sempre piu alte annullando l’effetto che quelle somme avrebbero dovuto dare, ma anche, e qui sarebbe il “peccato”, cioè tutta questa operazione veniva fatta proprio alla scadenza delle elezioni amministrative che da lì a poco si sarebbero svolte, quando si dice il caso, bene l’operazione tesoretto in questo ha molte similitudini, già perché guarda caso, l’annuncio viene fatto alla viglia delle elezioni Regionali, mi viene da dire Ecchecaso….

Escher- "Parfume"
Ma c’è un altro fattore che forse è passato inosservato, e cioè che non si sia riusciti a capire la provenienza di questo tesoretto, considerato che questo governo continua a questuare  soldi per far quadrare i conti, tutto d’un tratto ci si ritrova con risorse che non si sapeva di avere? La cosa mi puzza un po’ e cerco di capire se sono io a pensar male, diffidente per legittima difesa, mi fiondo alla ricerca di qualche notizia che possa finalmente illuminarmi e nel caso recitare il mea culpa per aver pensato male di questi “signori”…

Così girando e rigirando per il web, in quelle notti in cui ti svegli ed è troppo tardi per cercare di riaddormentarsi ma anche troppo presto per far iniziare la giornata, mi imbatto in un articolo che parla del 730 precompilato, ennesimo stratagemma messo in pratica da questo Governo per far cassa facilmente ed in modo del tutto “sottotono”, spiego…

Da quest’anno i cittadini avranno la possibilità di accettare i modelli del 730 precompilati ed inviati direttamente a casa dei contribuenti (quanta efficienza sic!) si potrebbe pensare che sia un ottima cosa, si risparmia tempo evitando lungaggini in uffici ed anche qualche soldino non essendoci necessità di rivolgersi ai professionisti del settore, ma c’è un “ma”, che forse a non tutti è chiaro o peggio si sconosce, diciamo subito che chi accetterà il modello precompilato non verrà sottoposto ad ulteriori controlli fiscali,  ma tutto ciò ha un prezzo, cioè i cittadini dovranno rinunciare ad inserire nello stesso le spese sanitarie e gli altri oneri detraibili che in media ammontano a 191 €uro. Compilare autonomamente il modello è molto difficile e sbagliare porterebbe a conseguenze disastrose, basti pensare che il “manuale di istruzioni” allegato al mod. 730 è di 99 pagine, e non aggiungo altro…

martedì 28 aprile 2015

Tempo nel vento...

A volte ci vengono sottratti, a volte vengono persi nel vento, come  granelli di sabbia, vengono sollevati e portati di qua e di là senza poter decidere la destinazione, in modo incontrollabile, lui, il vento, continua a soffiare, attimi di vita che volano via…

Mirò - Dancer
Ci illudiamo di avere in mano il timone della nostra vita, invece perdiamo tempo per negligenza,  impieghiamo parte della nostra vita nel fare il male, succede quando agiamo diversamente dal dovuto,  ma anche quando non facciamo niente, illudendoci che avremo tempo, tra un “rinvio” e l’altro la vita scorre, se ne va, guardiamo avanti nel futuro dimenticando di vivere il presente, vediamo la morte davanti a noi mentre invece gran parte di essa è alle nostre spalle, perché la vita passata non ci appartiene piu se non nel ricordo…

Se ci fermassimo a chiederci quanti di noi mettono in conto il bene piu grande ricevuto, il tempo, scopriremmo che non gli diamo il giusto valore, non è acquistabile né tantomeno restituibile,  crediamo di vincerlo con beni e cose insignificanti, sdrammatizziamo e sorridiamo quando dovremmo riflettere ed ascoltarci e continuiamo a parlare quando il silenzio sarebbe opportuno, vitale, coraggioso, quanto tempo perso…, quanto negato all’amore, quanto ne ha portato via il vento…


Quanto amore viene portato via dal vento, quanti attimi di vita, come granelli di sabbia dispersi nel tempo…

mercoledì 22 aprile 2015

Mare Nostrum...

“Il mediterraneo sarà invaso, l’Europa tornerà ai tempi di Barbarossa, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione, a Bin Laden, a gruppuscoli armati. Migliaia di persone invaderanno l’Europa dalla Libia. Bin Laden verrà ad installarsi nel Nord Africa e lascerà il mullah Omar in Afghanistan e in Pakistan. Avrete Bin Laden alle porte, in Tunisia e in Egitto c’è il vuoto politico. Gli estremisti islamici già possono passare di lì. Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo. La Sesta Flotta americana sarà attaccata, si compiranno atti di pirateria qui, a 50 chilometri dalle vostre frontiere. Si tornerà ai tempi di Barbarossa, dei pirati, degli Ottomani che imponevano riscatti sulle navi. Sarà una crisi mondiale, una catastrofe che dal Pakistan si estenderà fino al Nord Africa. Non lo consentirò! Il popolo è frastornato per quel che accade. Ma voglio farle capire che la situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo? Il rischio che il terrorismo si estenda su scala planetaria è evidente, la guerra civile in Libia ha reso più facile per i contrabbandieri  trasportare persone attraverso il paese. Di conseguenza, il numero di persone in fuga da guerre e povertà in Africa e Medio Oriente per raggiungere l'Europa attraverso il Mar Mediterraneo è destinata a salire”…

Questa è lo stralcio di un intervista a Gheddafi prima della sua definitiva capitolazione, a leggerla vengono i brividi, al suo cospetto le profezie di Nostradamus sembrano “oroscopi” buoni per tutte le occasioni, con questo non intendo giustificare o rimpiangere i modi ed i metodi del suo “governo” ed ognuno puo trarne le proprie personali conclusioni, i commenti se vorrete sono ben accetti...

Da sempre il Mediterraneo grazie alla sua “privilegiata” posizione geografica è stato centro di attività marinaresche, di commerci e di migrazioni tra le popolazioni che vi si affacciano, bisogna dire che è stato anche teatro di grandi battaglie, e traffico piratesco legato al commercio degli schiavi, proprio come quello che è tornato “fiorente” negli ultimi anni…
Il viaggio inizia a bordo di vecchi e rumorosi camion che attraversano città rese fantasmi dalle guerre in essere, deserti interminabili in cui di giorno il caldo ti opprime e la notte il freddo entra nelle ossa, territori isolati e controllati da gente che inneggia all’odio ed alla violenza con il solo scopo di diventare i soli ed incontrastati padroni di interi paesi, per i loro sporchi interessi, in nome di un Dio, che Dio non è…

lunedì 20 aprile 2015

Se Colapesce si spazientisce...

E’ notizia di qualche giorno fa che il Sindaco di Messina (la mia città) insieme ai Sindaci di Reggio Calabria e Villa S. Giovanni cittadine che ricadono in quel tratto di mare e di coste che fù delizia e terrore per i naviganti di tutti i tempi, cantato e poeticamente rappresentato e descritto dai più grandi poeti di ogni tempo, dall’Odissea di Omero, All’Inferno di Dante, per non parlare dei viaggiatori stranieri che nel XVIII° secolo si avventuravano in questi luoghi in cerca di misteri ed avventure, ma anche, alla scoperta dei luoghi classici della cultura, non ultimo tra questi Johann Wolfgang von Goethe, che così descrisse questi luoghi: “Giungendo a Messina, sono rimasto particolarmente colpito dallo stupendo scenario nel quale è incastonata la città, distesa tra le falde dei monti Peloritani, degradanti verso la costa, e lambita dal mare, che rinvia al ricordo di miti suggestivi e di antiche leggende, tanto vivi nelle credenze del mondo classico e diventati in seguito patrimonio del linguaggio e della letteratura mondiale”…. parla dello Stretto di Messina.
Lo Stretto di Messina - Capo Peloro
Bene ma torniamo alla notizia che è quella pubblicata su diverse testate giornalistiche locali e non solo, nella quale, anche con una certa enfasi si mette, giustamente, in risalto l’accordo dei tre sindaci di proporre l’inserimento dello Stretto di Messina nei siti Unesco come Patrimonio dell’Umanità, ottima iniziativa che non può non inorgoglire quanti come me sono nati proprio su queste sponde, ma passato questo momento di “eccitazione” mi sono posto delle domande a tal proposito, e cioè, cosa comporta l’essere inserito nelle “cose” listate come patrimonio Unesco? Voi ne sapete qualcosa? Voglio dire aldilà del “ritorno di immagine” vi sono vincoli a cui attenersi? E se si quali sono? Si prevedono stanziamento di fondi? In parole povere, se si riesce ad essere inseriti, questa iscrizione che effetti pratici avrebbe sul territorio?

domenica 19 aprile 2015

Lo Sberleffo...

Alla fine, io dico solo quello che penso, senza ipocrisie….

In questi giorni ho avuto modo di ascoltare spesso questa espressione, da piu di una persona, e declamata come “verità” assoluta, con una tale enfasi che quasi ci si sente in colpa al solo pensiero di dubitarne, laddove il dubbio assale non tanto per il modo perentorio e la sicurezza con cui si affermi ciò, ma dalle persone stesse che ciò affermano, e che certamente non giocano a loro favore certi atteggiamenti che vanno in tutt’altra direzione...

Mi rivolgo a Wikipedia, fonte inesauribile di “sapere” pronto all’uso spicciolo e consumabile al momento, come un fast food moderno, ti fornisce ciò che cerchi in modo pulito, veloce, e puntuale….sto divagando, allora wikipedia alla parola “ipocrisia” dice: Dal greco, hypokrisìa, significa fingere buoni sentimenti o virtù che non si possiedono per lo più a scopo di suscitare simpatie e consensi; il termine greco hypokrités designava gli attori i quali, per professione, fingevano sentimenti che non provavano, dunque è sempre esistita da che mondo è mondo, voglio dire, siamo sicuri che quando parliamo di ipocrisia qualcuno può tirarsene fuori? Davvero non abbiamo mai avuto un atteggiamento ipocrita?

Negli atteggiamenti quotidiani ci sarà successo di fingere quando facciamo un complimento che non sentiamo, quando si lusinga qualcuno che in fondo non stimiamo, quando in occasione di un successo di un nostro “amico” diciamo “sono contento per te” ma pensiamo esattamente il contrario, quando si finge di preoccuparsi per quella persona ma poi l’abbandoniamo a se stessa, la televisione in questo è maestra sorrisi ammiccanti, complimenti falsi e menzognieri, un tripudio dell’ipocrisia che traspare dai volti...

Opera di Escher
Spesso questi atteggiamenti sono definiti “diplomatici” o “formali” in pratica si accetta l’inganno travestito da signorilità, un apparente rispetto del nostro modo di essere che di fatto all’atto pratico non tiene conto, dimenticando che l’ipocrita è proprio colui che inganna per perseguire il proprio tornaconto, per raggiungere il suo scopo, il suo “successo” personale, come nell’opera di Molière, dove Monsieur Tartuffe, il “signorsì” per eccellenza dissimulava i sentimenti più immorali tenuti nascosti sotto la veste della devozione religiosa, direi, un modo di essere quanto mai attuale…

sabato 18 aprile 2015

Il gioco dei pensieri

La mente non tace mai…
di notte poi, non avendo stimoli esterni, si nutre di quelli interni, spesso questi equivalgono a dubbi e angosce che durante il giorno non hanno lo spazio per attecchire, o semplicemente riusciamo a ridimensionarli magari perché distratti dal lavoro e dalle mille incombenze giornaliere, ed allora addio sonno...!!!
Kandinsky - several circles

Sono le 04.05 del mattino, la luce della sveglia elettronica è lì ben visibile a ricordarmi che questo non sarebbe proprio l’orario per farsi prendere da certi pensieri, ma ormai sono sveglio, non mi va di rigirarmi nel letto, mi alzo e mi avvio verso la cucina preparo il mio caffè e mentre la moka fa il suo lavoro accendo la Tv, televendite, vecchi film, e qualche documentario non mi attraggono….


C'è una tipa con corsetto in pelle nero, tacchi che sembrano trampoli ed un frustino in mano, capelli lunghi e neri legati dietro la nuca e sorriso suadente e ammaliatore (secondo lei) che mi invita a comporre un numero di telefono promettendomi una esperienza unica ed irripetibile, penso che 50 sfumature di grigio abbia creato dei nuovi “mostri”….