lunedì 20 aprile 2015

Se Colapesce si spazientisce...

E’ notizia di qualche giorno fa che il Sindaco di Messina (la mia città) insieme ai Sindaci di Reggio Calabria e Villa S. Giovanni cittadine che ricadono in quel tratto di mare e di coste che fù delizia e terrore per i naviganti di tutti i tempi, cantato e poeticamente rappresentato e descritto dai più grandi poeti di ogni tempo, dall’Odissea di Omero, All’Inferno di Dante, per non parlare dei viaggiatori stranieri che nel XVIII° secolo si avventuravano in questi luoghi in cerca di misteri ed avventure, ma anche, alla scoperta dei luoghi classici della cultura, non ultimo tra questi Johann Wolfgang von Goethe, che così descrisse questi luoghi: “Giungendo a Messina, sono rimasto particolarmente colpito dallo stupendo scenario nel quale è incastonata la città, distesa tra le falde dei monti Peloritani, degradanti verso la costa, e lambita dal mare, che rinvia al ricordo di miti suggestivi e di antiche leggende, tanto vivi nelle credenze del mondo classico e diventati in seguito patrimonio del linguaggio e della letteratura mondiale”…. parla dello Stretto di Messina.
Lo Stretto di Messina - Capo Peloro
Bene ma torniamo alla notizia che è quella pubblicata su diverse testate giornalistiche locali e non solo, nella quale, anche con una certa enfasi si mette, giustamente, in risalto l’accordo dei tre sindaci di proporre l’inserimento dello Stretto di Messina nei siti Unesco come Patrimonio dell’Umanità, ottima iniziativa che non può non inorgoglire quanti come me sono nati proprio su queste sponde, ma passato questo momento di “eccitazione” mi sono posto delle domande a tal proposito, e cioè, cosa comporta l’essere inserito nelle “cose” listate come patrimonio Unesco? Voi ne sapete qualcosa? Voglio dire aldilà del “ritorno di immagine” vi sono vincoli a cui attenersi? E se si quali sono? Si prevedono stanziamento di fondi? In parole povere, se si riesce ad essere inseriti, questa iscrizione che effetti pratici avrebbe sul territorio?

Dal sito dell’Unesco cito testualmente “La Convenzione sul patrimonio dell'umanità o anche del patrimonio mondiale", è una convenzione internazionale per l'identificazione, la protezione e la conservazione del patrimonio mondiale culturale e naturale considerato di importanza per tutta l'umanità, la convenzione venne adottata dalla conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre 1972”, ed ancora, “Sia pure in pieno rispetto della sovranità degli stati nei cui territori il patrimonio culturale e naturale […] sia situato, e senza pregiudicare i diritti di proprietà forniti dalla legislazione nazionale, gli Stati Parte di questa Convenzione riconoscono che tale patrimonio costituisce un patrimonio mondiale per la cui protezione tutta la comunità internazionale ha il dovere di cooperare”. Non v’è dubbio che leggendo tutto ciò l’essere “inserito” in tal contesto non può far altro che accrescere il mio ottimismo, mi addentro ancor di più, le risposte si sa non arrivano per caso.

Intanto scopro che per entrare nel “club” vi sono dei criteri di selezione, sono dieci e ve li rifilo a seguire, magari qualcun altro si è posto le mie stesse domande e gli risparmio la “fatica” di andarsele a cercare… io e la mia mania di fare il ”perfettino”, ecco quali sono:

 1) rappresentare un capolavoro del genio creativo umano;
2) testimoniare un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo archeologico sia    architettonico sia della tecnologia, artistico o paesaggistico;
3) apportare una testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà;
4) offrire un esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana;
5) essere un esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;
6) essere direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche e letterarie aventi un significato universale eccezionale (possibilmente in associazione ad altri punti);

7) rappresentare dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza estetica eccezionale;
8) essere uno degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della vita o dei processi geologici;
9) essere uno degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso nell'evoluzione dell'ecosistema;
10) contenere gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.
Ora premesso che in parte abbia soddisfatto la mia curiosità, considerato che in almeno tre o quattro punti a mio modesto avviso ci stà l’inserimento nel “club”, ho spulciato un bel po’ senza però riuscire a trovare nulla che parli di “finanziamenti”, ma invece trovo qualcosa di utile riguardo ai vincoli per poter essere inseriti nella lista, uno di questi chiamasi  “piano di gestione” che consiste, molto “semplicemente”, all’obbligo principale di un sito Unesco a preservare l’eccezionale valore del sito stesso attraverso, appunto, il “piano di gestione, ed è solo dopo aver approntato questo che si possono richiedere i fondi necessari per sopperire all’ obbligo “imposto”, ma, attenzione non sono fondi dell’Unesco ma fondi elargiti dallo Stato (ma anche fondi Europei) attraverso una legge ad hoc la legge 20 febbraio 2006 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella "lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell' UNESCO" ed in particolare l’articolo 3, che richiede l’approvazione di appositi piani di gestione per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione”, bisogna inoltre dire che tutto il lavoro preparatorio richiesto dal piano di gestione non è per niente semplice e per nulla di facile realizzazione di fatti necessita di figure professionali di prim’ordine ed anche di considerevoli fondi, e considerato la situazione economica attuale del nostro paese le speranze sembrano esigue, senza considerare che negli ultimi 12 anni i bilanci del ministero addetto si sono dimezzati. Solo per dare un idea l’Italia ha 50 siti Unesco di questi ad oggi soltanto il 40%  siti pare abbia completato l’iter mentre il 14% lo sta ancora approntando ed il rimanente 46% è in fase arretrata ed in molti casi del tutto assente, ed in molti casi si parla di piu di 10anni d’attesa.   (per avere un idea di cosa siano i piani di gestioni e la loro complessità vi invito a dare un occhiata ai link seguenti:


Apparentemente, sembra che avere il riconoscimento del Patrimonio Mondiale per un sito culturale e naturale non porta direttamente ad una maggiore preservazione o a risorse finanziare addizionali per queste attività, d’altronde il fondo internazionale del Patrimonio Mondiale assomma a circa 4 milioni di dollari l’anno, una cifra insufficiente per soddisfare i bisogni di quasi mille siti iscritti.

Ma ritornando alla mia Messina, qualcuno sostiene che dalla candidatura possono nascere dei benefici come dire, indiretti e di non poco conto, intanto si mette sotto i riflettori il sito per il quale è stata richiesta l’iscrizione al “club” cercando di avere un eco a livello nazionale ed internazionale, quindi anche  la possibilità di accedere a fondi che non potrebbero essere richiesti in altro modo (sempreché si ottemperi a quanto richiesto dall’Unesco) per la tutela e la valorizzazione dello stesso.

E’ chiaro che il “brand” “Patrimonio Mondiale” possa servire come attrattiva del mercato turistico nazionale ed internazionale, ma mi chiedo e vi chiedo, ci sono le condizioni obiettive per affrontare una cosa del genere? Vogliamo parlare dei problemi strutturali, infrastrutturali, sociali ed economici che da anni attanagliano questo territorio o facciamo finta di niente?

Mi sorge il dubbio che tutto questo sia stato messo in piedi da un amministrazione locale che non riesce a gestire problemi ben piu profondi e radicati nella città e che con questa operazione si aspetti un ritorno di immagine, che, negli ultimi tempi ha perso lungo la strada, o secondo molti non l’ha mai trovata, cioè sarei felice se tutto ciò si potesse realizzare ma invero non riesco a capire come, mi sa tanto di colui il quale vuole comprare e indossare un vestito nuovo ma senza farsi nemmeno la doccia, e non la fa da almeno qualche anno.

Non sono un delatore e non voglio essere una cassandra, ma osservo semplicemente, e mi rendo conto che si è piu propensi ai grandi progetti, alle grandi manifestazioni d’intenti, mentre si perdono di vista le cose semplici ma urgenti, utili e vitali che servirebbero a questa città, mi viene in mente qualcosa che si è verificato solo pochi giorni fa, e cioè, che questa amministrazione per una distrazione, per una dimenticanza, il nostro Comune abbia perso 80mila €uro per gli asili nido, per aver presentato il progetto in ritardo, ma c’è di piu, ancora pochi giorni fa il Comune perde 1,7milioni di €uro dei fondi della legge 328, fondi Regionali che la stessa ha deciso di riprendersi in quanto non utilizzati nei modi e nei termini previsti, e parliamo di servizi sociali e sappiamo bene quanto ce ne fosse bisogno di quei fondi.

Questo il contesto in cui ci si muove, va bene essere positivi, va bene progettare, ma ci vogliono le persone giuste ai posti giusti, ci vuole coerenza e responsabilità, qualcuno ancora c’è all’interno dell’apparato, ma come si dice a Messina “na nuci nto saccu non fa rumuru” (una noce da sola nel sacco non fa rumore) ma forse le noci stanno aumentando, mi auguro prima che Colapesce esaurisca definitivamente l'ossigeno e molli quella colonna che ci tiene a galla.



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