E’
notizia di qualche giorno fa che il Sindaco di Messina (la mia città) insieme
ai Sindaci di Reggio Calabria e Villa S. Giovanni cittadine che ricadono in
quel tratto di mare e di coste che fù delizia e terrore per i naviganti di
tutti i tempi, cantato e poeticamente rappresentato e descritto dai più grandi
poeti di ogni tempo, dall’Odissea di Omero, All’Inferno di Dante, per non
parlare dei viaggiatori stranieri che nel XVIII° secolo si avventuravano in
questi luoghi in cerca di misteri ed avventure, ma anche, alla scoperta dei
luoghi classici della cultura, non ultimo tra questi Johann Wolfgang von Goethe,
che così descrisse questi luoghi: “Giungendo a Messina, sono rimasto particolarmente
colpito dallo stupendo scenario nel quale è incastonata la città, distesa tra
le falde dei monti Peloritani, degradanti verso la costa, e lambita dal mare,
che rinvia al ricordo di miti suggestivi e di antiche leggende, tanto vivi
nelle credenze del mondo classico e diventati in seguito patrimonio del
linguaggio e della letteratura mondiale”…. parla dello Stretto di Messina.
Lo Stretto di Messina - Capo Peloro |
Bene
ma torniamo alla notizia che è quella pubblicata su diverse testate
giornalistiche locali e non solo, nella quale, anche con una certa enfasi si
mette, giustamente, in risalto l’accordo dei tre sindaci di proporre l’inserimento
dello Stretto di Messina nei siti Unesco come Patrimonio dell’Umanità, ottima
iniziativa che non può non inorgoglire quanti come me sono nati proprio su queste
sponde, ma passato questo momento di “eccitazione” mi sono posto delle domande
a tal proposito, e cioè, cosa comporta l’essere inserito nelle “cose” listate
come patrimonio Unesco? Voi ne sapete qualcosa? Voglio dire aldilà del “ritorno
di immagine” vi sono vincoli a cui attenersi? E se si quali sono? Si prevedono
stanziamento di fondi? In parole povere, se si riesce ad essere inseriti,
questa iscrizione che effetti pratici avrebbe sul territorio?
Dal
sito dell’Unesco cito testualmente “La Convenzione sul patrimonio dell'umanità
o anche del patrimonio mondiale", è una convenzione internazionale per
l'identificazione, la protezione e la conservazione del patrimonio mondiale
culturale e naturale considerato di importanza per tutta l'umanità, la
convenzione venne adottata dalla conferenza generale dell'UNESCO il 16 novembre
1972”, ed ancora, “Sia pure in pieno rispetto della sovranità degli stati nei
cui territori il patrimonio culturale e naturale […] sia situato, e senza
pregiudicare i diritti di proprietà forniti dalla legislazione nazionale, gli
Stati Parte di questa Convenzione riconoscono che tale patrimonio costituisce
un patrimonio mondiale per la cui protezione tutta la comunità internazionale
ha il dovere di cooperare”. Non v’è dubbio che leggendo tutto ciò l’essere “inserito”
in tal contesto non può far altro che accrescere il mio ottimismo, mi addentro
ancor di più, le risposte si sa non arrivano per caso.
Intanto
scopro che per entrare nel “club” vi sono dei criteri di selezione, sono dieci
e ve li rifilo a seguire, magari qualcun altro si è posto le mie stesse domande
e gli risparmio la “fatica” di andarsele a cercare… io e la mia mania di fare
il ”perfettino”, ecco quali sono:
1) rappresentare un capolavoro del genio
creativo umano;
2) testimoniare
un cambiamento considerevole culturale in un dato periodo sia in campo
archeologico sia architettonico sia
della tecnologia, artistico o paesaggistico;
3) apportare una
testimonianza unica o eccezionale su una tradizione culturale o della civiltà;
4) offrire un
esempio eminente di un tipo di costruzione architettonica o del paesaggio o
tecnologico illustrante uno dei periodi della storia umana;
5) essere un
esempio eminente dell'interazione umana con l'ambiente;
6) essere
direttamente associato a avvenimenti legati a idee, credenze o opere artistiche
e letterarie aventi un significato universale eccezionale (possibilmente in
associazione ad altri punti);
7) rappresentare
dei fenomeni naturali o atmosfere di una bellezza naturale e di una importanza
estetica eccezionale;
8) essere uno
degli esempi rappresentativi di grandi epoche storiche a testimonianza della
vita o dei processi geologici;
9) essere uno
degli esempi eminenti dei processi ecologici e biologici in corso
nell'evoluzione dell'ecosistema;
10) contenere
gli habitat naturali più rappresentativi e più importanti per la conservazione
delle biodiversità, compresi gli spazi minacciati aventi un particolare valore
universale eccezionale dal punto di vista della scienza e della conservazione.
Ora
premesso che in parte abbia soddisfatto la mia curiosità, considerato che in
almeno tre o quattro punti a mio modesto avviso ci stà l’inserimento nel “club”,
ho spulciato un bel po’ senza però riuscire a trovare nulla che parli di “finanziamenti”,
ma invece trovo qualcosa di utile riguardo ai vincoli per poter essere inseriti
nella lista, uno di questi chiamasi “piano
di gestione” che consiste, molto “semplicemente”, all’obbligo principale di un
sito Unesco a preservare l’eccezionale valore del sito stesso attraverso,
appunto, il “piano di gestione, ed è solo dopo aver approntato questo che si
possono richiedere i fondi necessari per sopperire all’ obbligo “imposto”, ma,
attenzione non sono fondi dell’Unesco ma fondi elargiti dallo Stato (ma anche
fondi Europei) attraverso una legge ad hoc la legge 20 febbraio 2006 “Misure speciali di tutela e fruizione dei siti
italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella
"lista del patrimonio mondiale", posti sotto la tutela dell'
UNESCO" ed in particolare l’articolo 3, che richiede l’approvazione di
appositi piani di gestione per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO
e creare le condizioni per la loro valorizzazione”, bisogna inoltre dire
che tutto il lavoro preparatorio richiesto dal piano di gestione non è per
niente semplice e per nulla di facile realizzazione di fatti necessita di
figure professionali di prim’ordine ed anche di considerevoli fondi, e
considerato la situazione economica attuale del nostro paese le speranze
sembrano esigue, senza considerare che negli ultimi 12 anni i bilanci del
ministero addetto si sono dimezzati. Solo per dare un idea l’Italia ha 50 siti
Unesco di questi ad oggi soltanto il 40% siti pare abbia completato l’iter mentre il
14% lo sta ancora approntando ed il rimanente 46% è in fase arretrata ed in
molti casi del tutto assente, ed in molti casi si parla di piu di 10anni d’attesa.
(per
avere un idea di cosa siano i piani di gestioni e la loro complessità vi invito
a dare un occhiata ai link seguenti:
Apparentemente,
sembra che avere il riconoscimento del Patrimonio Mondiale per un sito
culturale e naturale non porta direttamente ad una maggiore preservazione o a
risorse finanziare addizionali per queste attività, d’altronde il fondo
internazionale del Patrimonio Mondiale assomma a circa 4 milioni di dollari
l’anno, una cifra insufficiente per soddisfare i bisogni di quasi mille siti
iscritti.
Ma
ritornando alla mia Messina, qualcuno sostiene che dalla candidatura possono
nascere dei benefici come dire, indiretti e di non poco conto, intanto si mette
sotto i riflettori il sito per il quale è stata richiesta l’iscrizione al “club”
cercando di avere un eco a livello nazionale ed internazionale, quindi anche la possibilità di accedere a fondi che non
potrebbero essere richiesti in altro modo (sempreché si ottemperi a quanto
richiesto dall’Unesco) per la tutela e la valorizzazione dello stesso.
E’
chiaro che il “brand” “Patrimonio Mondiale” possa servire come attrattiva del
mercato turistico nazionale ed internazionale, ma mi chiedo e vi chiedo, ci
sono le condizioni obiettive per affrontare una cosa del genere? Vogliamo
parlare dei problemi strutturali, infrastrutturali, sociali ed economici che da
anni attanagliano questo territorio o facciamo finta di niente?
Mi
sorge il dubbio che tutto questo sia stato messo in piedi da un amministrazione
locale che non riesce a gestire problemi ben piu profondi e radicati nella
città e che con questa operazione si aspetti un ritorno di immagine, che, negli
ultimi tempi ha perso lungo la strada, o secondo molti non l’ha mai trovata,
cioè sarei felice se tutto ciò si potesse realizzare ma invero non riesco a
capire come, mi sa tanto di colui il quale vuole comprare e indossare un vestito
nuovo ma senza farsi nemmeno la doccia, e non la fa da almeno qualche anno.
Non
sono un delatore e non voglio essere una cassandra, ma osservo semplicemente, e
mi rendo conto che si è piu propensi ai grandi progetti, alle grandi
manifestazioni d’intenti, mentre si perdono di vista le cose semplici ma
urgenti, utili e vitali che servirebbero a questa città, mi viene in mente
qualcosa che si è verificato solo pochi giorni fa, e cioè, che questa
amministrazione per una distrazione, per una dimenticanza, il nostro Comune abbia
perso 80mila €uro per gli asili nido, per aver presentato il progetto in
ritardo, ma c’è di piu, ancora pochi giorni fa il Comune perde 1,7milioni di €uro
dei fondi della legge 328, fondi Regionali che la stessa ha deciso di
riprendersi in quanto non utilizzati nei modi e nei termini previsti, e
parliamo di servizi sociali e sappiamo bene quanto ce ne fosse bisogno di quei
fondi.
Questo
il contesto in cui ci si muove, va bene essere positivi, va bene progettare, ma
ci vogliono le persone giuste ai posti giusti, ci vuole coerenza e responsabilità,
qualcuno ancora c’è all’interno dell’apparato, ma come si dice a Messina “na
nuci nto saccu non fa rumuru” (una noce da sola nel sacco non fa rumore) ma
forse le noci stanno aumentando, mi auguro prima che Colapesce esaurisca definitivamente l'ossigeno e molli quella colonna che ci tiene a galla.
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